Discussione:Erithacus rubecula

Ho forti dubbi che pasèrfòrm e murfulogic siano parole del dialetto mirandolese o modenese ma parole italiane adattate al dialetto. Antonio

I termini scientifici sono quasi tutti "adattati", in qualsiasi lingua. Ad esempio, "acido desossiribonucleico" non esisteva né in inglese né in italiano solo 70 anni fa. E "cromodinamica quantistica" non esisteva né in inglese né in italiano, solo 40 anni fa. Sono stati "adattati". --Dragonòt 14:56, 31 ago 2010 (UTC)

Che ne dici di "uccello simile al passero" (uśèl sumiliànt al pasèr) e "come è fatto" (cum l' è fàt) o il semplice "aspet"? Molto più dialettali che pasèrfòrm e murfulogic o no. Antonio.

Chiediamoci se è opportuno. La pagina del petros è una descrizione scientifica, perché usare perifrasi? --Dragonòt 20:08, 31 ago 2010 (UTC)
Allora tanti saluti al dialetto! Perchè è con la perifrasi che si dà via libera alla fraseologia tipica di ogni dialetto. E nella fraseologia del dialetto c'è il sale del dialetto stesso che è la tradizione.
Credo che nessun dialettologo, né l'Ascoli né i successivi, abbia mai scritto "con la perifrasi si dà via libera alla fraseologia tipica di ogni dialetto". E credo che nessun linguista lo affermerebbe. Nella pagina http://it.wikipedia.org/wiki/Dialetto sono discusse un po' tutte le accezioni di "dialetto", che vengono sintetizzate in due accezioni principali: o il "dialetto" è la variante di una lingua, oppure è una lingua che viene chiamata "dialetto". Nel primo caso il dialetto eredita i termini della lingua, nel secondo usa i propri. Ma non c'è nessun accenno alla "perifrasi", anche perché credo che nessun linguista abbia mai assunto una simile posizione. --Dragonòt 15:44, 2 set 2010 (UTC)


Capisco l'obiezione e la condivido per certi aspetti. Di sicuro murfulògic (che ha il suono Mirandolese al 100% con la caduta della vocale finale e la perdita di tono delle O atone) e pasèrfòrm sono adattamenti "al volo". Però io non ho adattato murfulògic dall'Italiano (morfologico è solo del 1869, quindi non l'ha certo inventato Dante) ma dall'Inglese morphological che a sua volta ha adattato il francese morphologiques che a sua volta ha adattato il latino che a sua volta ha adattato il greco μορφολογικές. Quindi, a turno, siamo tutti copioni: tutte le parole derivano da altre parole e, in ultima analisi, probabilmente da altre lingue.

Se apri un dizionario d'Italiano, noterai quante parole sono entrate nel vocabolario solo dopo il 1900: forse prima, per esprimere il concetto rappresentato dal neologismo, si ricorreva a perifrasi: locale di un fabbricato delimitato da quattro mura con accesso esterno che serve a offrire riparo alle automobili (garage, pardon, autorimessa o garaǵ come lo chiamava mio padre in Mirandolese adattando perfettamente e inconsciamente la versione francese della parola, anche i madrelingua dialettali adattavano all'occorrenza!).

Certo, se ci fosse una parola "nativa" per esprimere il concetto di MORFOLOGICO, andrebbe usata quella. Ad esempio misèl per gomitolo anziché gumìtul (che pure suonerebbe perfetta in Mirandolese, quasi quasi io proporrei di accoglierla come sinonimo 2010). Se io dicessi: in du 'l ò-j-a mis al gumìitul? (in dove lo ho-io messo il gomitolo), tu non capiresti?

Ecco, forse usando semplicemente "aspèt" come dici tu me la sarei cavata ugualmente.

Per quanto riguarda passeriformi tradotto come pasèrfòrm credo ci fosse proprio bisogno di avere una parola per indicare il più grande ordine della classe di uccelli (uśèl sumiliànt al pasèr, io direi uśèl sumigliànt al pasèr, la noti anche tu la palatizzazione della L davanti allo iato IA?). Ma se dici pasèr significa che la parola in Mirandolese esiste, io l'ho unita a "fòrm" che sarebbe la forma maschile della parola "fórma" del Mirandolese. Sì, lo ammetto, "pasèrfòrm" ha un suono un po' "alieno" (al contrario di murfulògic), forse le parole "composte" non sono frequenti in Mirandolese, però la discussione verte sull'animale "pètrós" che è proprio pèt+rós. Ti faccio notare la differenza rispetto all'Italiano: pètto --> pettirósso (la E, come la O, diventa chiusa quando è atona). In Mirandolese sono in difficoltà: voglio dire che la E è aperta e la O è chiusa. Ma se metto gli accenti gravi e acuti per identificare i suoni delle vocali, poi non si capisce dove cade l'accento (petrós)!

Per concludere, ti ringrazio per l'intervento sicuramente costruttivo, comprendo il tuo punto di vista, magari hai ragione tu. Io però sono dell'idea di introdurre anche parole nuove o di adattarle se questo si rende indispensabile per esprimere al meglio un concetto o per elevare il livello della discussione. --Mirandolese 18:47, 2 set 2010 (UTC)

A vèd che ded là a s è dìt che 'l uślèin 'l è giôt... modifica

A intùit a prèv capìr ch'a s prèv vlér dìr "tamùgn", "tarchiê", wouldn't it? Perché a era drē ch'a pinsèva ala paginèta in sìm'a 'l brôd e a 'm è gnû in mèint che na quèlc volta a ìva sintî dìr "brôd giôt", mo secònd mè, a s dìś acsè qvànd al brôd 'l è dimòndi grâs e anc cagê, durèt da 'l frèd. Dìgh-j-a bèin? A-j-avrèv vlû capìr se anca uèter a î sintî dìr-el, a 'l riguèrd dal brôd... --Glo (discussioni) 20:30, 17 Lój 2015 (UTC)

Pròpria acsè, 'n óm giót 'l è qvél ch'a s diś un budlòn o anc òn unt e biśùnt. P'r al brôd, a gh'è anc al caś ch'a s diga ch'l è giót, séns àtar s'l è gras dimóndi, ma a cà mia, p'r al fat ch'a n gh'ìvan mia tant bèsi, al brôd 'l éra piutòst tsévad o cumpàgn a la śóta ch'a n la magna gnanc i can.--Mirandolese (discussioni) 22:53, 17 Lój 2015 (UTC)
Sè, sintî anc "śóta" própia stasìra da mé marì, mo pò gnanca lò al n'saìva s'al s vlìs dìr... Iùt, in dû ìn-i andèdi tùti cal sini ch'i saìv'n in cósa cuś'a buìva in dla pgnàta? --Glo (discussioni) 23:02, 17 Lój 2015 (UTC)
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